Toby Regbo: Fatu-Hiva. “Fatu-Hiva” è il libro di Thor Heyerdahl, di cui Regbo parla nel breve video che segue.
Nell’audio (tratto da advoice.co.uk), in linea di massima e in sintesi, Regbo dice ciò che segue.
L’ultimo libro che ho letto e che mi ha davvero ispirato, si intitolava “Fatu-Hiva”.
L’autore, a 19 o 20 anni, ha deciso che ne aveva avuto abbastanza della civiltà e sarebbe andato a vivere su un’isola. Così ha trovato una donna, che era abbastanza matta da andare a vivere con lui. Si sono sposati, poi sono andati nel posto più remoto della Polinesia.
Lì per un po’, hanno vissuto come Adamo ed Eva. Mangiavano i frutti degli alberi, i gamberetti di un fiume accanto alla capanna, che avevano costruito con le loro mani.
E ho pensato che fosse così sorprendente, pragmatico e meraviglioso, che avesse deciso di farlo e lo avesse fatto. Ritengo che sia un sentimento comune nel 21° secolo: vivendo in città, vorremmo andare a vivere nei boschi. Quindi lo rispettavo!
Ma… poi qualcosa è andato storto e ha piovuto per quattro mesi. Alla fine, per fortuna, li hanno salvati.
È stata una bella idea, comunque.
Si è reso conto che le teste di pietra, scolpite sull’isola, erano molto simili a quelle esistenti in Perù. Gli antropologi dell’epoca, però, non ammettevano un possibile collegamento. Per Thor Heyerdahl, l’inizio di una sfida, cui ha risposto “lo proverò”.
Il libro
Vivere negli anni trenta affacciati su un fiordo della Norvegia sognando i paradisi dei mari del Sud e una vita in sintonia totale con la natura, partire insieme alla propria moglie con una nave di linea per Tahiti e raggiungere di lì su una goletta Fatu-Hiva, la pù selvaggia delle isole Marchesi: è quanto è accaduto al giovane Thor Heyerdahl, prima che diventasse il celeberrimo navigatore del “Kon-Tiki”.
“Fatu-hiva” è un libro che unisce al gusto dell’avventura il fascino dell’esotico, con pagine dove la meraviglia di fronte a una natura lussureggiante s’accompagna all’entusiasmo di chi tenta di stabilire con essa un rapporto non contaminato dai condizionamenti della civiltà.
Siamo, come si vede, nella scia di Melville e di Gauguin.
Sennonché, rievocando questo episodio della sua giovinezza, Thor Heyerdahl non si limita a darci l’avvincente resoconto di un’esperienza vissuta, dove il dramma s’alterna vividamente all’idillio, la contemplazione al suspense; ma descrive, nello stesso tempo, un processo di maturazione, un itinerario intellettuale verso la consapevolezza.
Le fasi sono immediatamente individuabili: l’eccitazione che precede il viaggio… la certezza di essere approdati a un nuovo Eden… le prime scoperte di una realtà niente affatto rosea… la riconosciuta necessità di un rapporto diverso.
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Thor Heyerdahl (l’autore)
(Ex it.wikipedia.org)
Thor Heyerdahl (Larvik, 6 ottobre 1914 – Colla Micheri, 18 aprile 2002) è stato un antropologo, esploratore, regista e scrittore norvegese.
Biologo, specializzato all’Università di Oslo in antropologia delle isole del Pacifico, divenne in realtà famoso per la sua attività da archeologo. Infatti mise in discussione le teorie contemporanee sulla diffusione umana via mare sul pianeta, non esitando ad organizzare ardite navigazioni con natanti rudimentali per dimostrare la possibilità di viaggi transoceanici in epoca antica.
I suoi progetti navali si basavano su precise documentazioni storiche o protostoriche ed erano eseguiti con l’aiuto di maestranze indigene abili in lavorazioni simili a quelle antiche. I dubbi della comunità scientifica dell’epoca si riferivano generalmente all’uso di materiali poco noti e ritenuti inaffidabili quali legno di balsa, papiro e giunco.
Fu anche autore di documentari sulle sue spedizioni. Kon-Tiki ricevette l’Oscar al miglior documentario nel 1952, mentre Ra (The RA Expeditions) fu candidato allo stesso premio nel 1972.
Nel 1970, con un’imbarcazione di papiro come quelle usate dagli antichi Egizi, il Ra II, attraversò l’oceano Atlantico dal Marocco alle Antille. Nel 1977 un’altra imbarcazione di Giunchi, il Tigris, navigò dalle rovine di Babilonia (Iraq) alle Maldive e da lì a Gibuti.
Grazie alla spettacolarità delle sue imprese, documentate ed esposte nel Kon-Tiki Museet di Oslo, molte delle sue teorie, soprattutto sulle origini delle popolazioni polinesiane, risultarono le più diffuse, anche più di quanto meritassero in termini di conferma. Se, da un lato, gli sviluppi successivi dell’archeologia e della genetica (l’analisi del DNA mitocondriale ha rivelato che le popolazioni polinesiane sono arrivate da Occidente: Corno d’Africa, Centro Asia, India, indonesia, Australia) sembrano smentire la sua teoria della discendenza delle popolazioni polinesiane e dell’Isola di Pasqua anche da popolazioni amerinde, dall’altro è certo che il suo contributo è indiscutibile sotto molti aspetti.
Ad esempio, la stagione di scavi del 1955 presso l’Isola di Pasqua, in assoluto la prima vera campagna archeologica, ha permesso di chiarire molti aspetti, rendendo possibili gli studi successivi, anche quelli che hanno prodotto smentite di alcune sue conclusioni. I suoi studi e le sue spedizioni hanno comunque dimostrato che in epoche molto antiche le rotte marine erano solcate abitualmente e che gli scambi culturali erano molto più fiorenti di quanto si pensasse.
Acquistò una casa a Colla Micheri nella Riviera Ligure, dove fece diversi interventi di ristrutturazione. Qui tornò per festeggiare la Pasqua del 2002, ma ammalato spirò. La Norvegia gli tributò funerali di Stato.
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La mia “lettura”
Di solito, entro in rete, acquisto l’e-book e… leggo.
Stavolta, però, in italiano non trovo nemmeno la versione cartacea. Per essere più precisa, la trovo, ma “usata”. Mi adeguo, procedo all’ordine e aspetto.
Mi informano che il libro sta per arrivare, ma poi “contrordine”: il mio usato non è più disponibile e mi restituiscono i soldi.
Ritento l’operazione e questa volta, dopo altri giorni di attesa, il libro arriva: come già sapevo da descrizione online, la sovraccoperta è un po’ rovinata, ma il libro è in buone condizioni.
Mi è arrivato super impacchettato, come fosse una cosa di valore e… questo mi ha fatto riflettere.
Ultimamente non siamo più abituati ad aspettare, per di più in questo periodo, causa pandemia Coronavirus, puntiamo a non toccare le persone. Certo, un libro non è una persona, ma tenere in mano un tradizionale libro cartaceo, tra l’altro già usato da qualcun altro… una sensazione positiva!
Il mio “pensiero”
In vista del mio commento, quando leggo i libri suggeriti da Regbo, in genere mi evidenzio le frasi significative.
Troppe questa volta; ma una, quasi alla fine del libro, è per me riassuntiva del pensiero dell’autore, per cui la riporto.
“Eravamo venuti a Fatu-Hiva, pieni di disprezzo per la civiltà del XX secolo e convinti che l’uomo dovesse ricominciare tutto da capo. Eravamo venuti per vedere criticamente dall’esterno il mondo contemporaneo. E adesso sedevamo in una grotta con una parete rocciosa alle spalle a guardare quell’azzurro deserto, aspettando un mezzo per tornare non alla natura ma alla civiltà. Eravamo meno drastici nei nostri giudizi.”
Un ripensamento da parte del protagonista? Non direi: solo una visione più razionale e articolata della situazione, che peraltro sarà il presupposto delle sue imprese successive.
Siamo nel XXI secolo, ma la sintesi potrebbe essere ancora attuale.
In nome del “progresso” (parola diabolica per Heyerdahl), soprattutto economico, sacrifichiamo purtroppo valori vitali per gli esseri viventi. E… la nostra impresa principale è proprio quella: la vita!
Il libro ha una forte impronta documentaristica (corredata da molte foto in bianco e nero), ma nello stesso tempo lascia spazio alla componente narrativa: descrive bene le diverse situazioni, ma anche le emozioni provate dai protagonisti.
Una cosa che mi è piaciuta poco del libro, a livello narrativo, riguarda proprio il rapporto marito-moglie: si sofferma su come i due vivono le specifiche situazioni, ma non sul rapporto personale tra loro due. Evidentemente, questo non rientrava tra le priorità dell’autore.
Perché Regbo lo ha letto?
A parte la motivazione che lui spiega nell’audio iniziale, aggiungo qualche mia idea.
Una prima coincidenza: l’autore del libro è norvegese, il padre di Regbo è norvegese e Toby ama la Norvegia e i boschi. Su Twitter, il suo account @toby_regbo riporta proprio l’immagine di un bosco.
Un’altra coincidenza, negativa per l’autore, ma molto positiva per Regbo: la Liguria (Italia) è il luogo in cui Heyerdahl muore, ma è anche il luogo di provenienza dei nonni materni di Toby.
L’interesse di Regbo, per ciò che riguarda l’equilibrio ambientale e i relativi problemi a livello climatico (vedere ultimo link in SUGGERIMENTI), lo pone in sintonia con la tematica trattata nel libro.
Su Instagram, segue @gretathunberg e, più volte, ha postato a favore dei suoi interventi. Personalmente, ritengo che il personaggio di Greta Thunberg si presti a possibili manipolazioni, ma il suo invito a salvaguardare l’equilibrio ambientale è di fatto un invito a salvaguardare il futuro.
Se Regbo ha scelto di parlare di “Fatu-Hiva” in uno dei suoi due audio disponibili su advoice.co.uk, non credo sia casuale. Vuole ricordare a se stesso e a noi un messaggio!?
Aubrey Beardsley
Prima di chiudere, fuori tema, un aggiornamento sul Regbo rientrato a Londra, dopo la vacanza con amici in Portogallo.
Evidentemente, è tornato al suo interesse per il disegno.
Lo scorso 30 agosto, nella sua Instagram Story, Toby pubblica tre immagini sull’artista inglese Aubrey Beardsley.
(Ex it.wikipedia.org)
Aubrey Vincent Beardsley (Brighton, 21 agosto 1872 – Mentone, 16 marzo 1898) è stato un illustratore, scrittore e pittore inglese, piuttosto influente negli ambienti teatrali all’epoca di Oscar Wilde.
Fu profondamente influenzato dallo stile giapponese che era di moda in quegli anni: famose sono le sue illustrazioni in bianco e nero a campiture piatte per opere come Salomè.
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(Ex quilondra.com)
La Tate Britain presenta a Londra la più grande retrospettiva in UK degli ultimi decenni, dedicata al lavoro di uno dei più importanti artisti britannici della fine dell’Ottocento: Aubrey Beardsley. La chiusura della mostra è stata posticipata al 20 settembre 2020.
(Continua…)
Quasi sicuramente, Regbo è andato alla mostra.
Qualche fan ha pure ipotizzato un suo interesse lavorativo, per un possibile film in cantiere, ma, stando a IMDb, nessuna ipotesi filmica in merito.
Quindi, Regbo, che ultimamente si dedica parecchio all’hobby del disegno, è andato alla mostra solo perché riguarda un “artista” del disegno!
Ancora una considerazione…
Anche oggi, come ai tempi di Heyerdahl e Beardsley, il mondo è pieno di contraddizioni. Noi, però, possiamo e dobbiamo scegliere la direzione!
SUGGERIMENTI (LINK Web – YouTube)
- Kon-Tiki (1950) – Trailer (Web – dailymotion.com – inglese)
- Kon-Tiki (1950) – Film (YouTube – inglese)
- Aubrey Beardsley at Tate Britain – Exhibition Tour | Tate (YouTube – inglese – 13/04/2020)
- Aubrey Beardsley, artista scandaloso (Web – ilsole24ore.com – 15/05/2020)
- Toby Regbo: “CLIMATE STRIKE” (Help Refugees – CHOOSE LOVE). (Web – questo Blog)
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